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Lunedì, 12 Settembre 2016 17:16

INVESTIRE IN ARGENTO FISICO

Argento, bellezza incompiuta (ovvero: il lamento degli investitori).

L’ Argento è uno dei quaranta metalli definiti “di transizione” nella tabella periodica degli elementi

Il suo simbolo chimico è AG (derivante della parola latina che lo definisce) e il suo numero atomico è il 47. 

Le sue caratteristiche meccaniche e tecniche hanno contribuito a diffonderlo in svariati utilizzi da sempre e in ogni angolo della terra.

E’ duttile, è malleabile, leggermente più duro dell’Oro. Ha una conducibilità elettrica maggiore persino del rame (che viene però utilizzato in quantità maggiori per ovvi motivi  di minor costo).

A tutt’oggi si impiega nell’industria in tantissimi settori: dalla fotografia, alla medicina, dall’industria alimentare (come colorante) a quella meteorologica (per produrre pioggia).  

Infiniti, veramente infiniti i suoi utilizzi. E sin dall’antichità, ovviamente, è stato utilizzato anche come unita di misura del valore esattamente come l’oro (e molte volte anche in misura maggiore).

Le prime coniazioni di monete in argento mai rinvenute risalgono addirittura all’VIII secolo a.C.,

Le parole  italiane “Argento” e “Denaro” sono spesso identiche o simili in tantissime altre lingue nel mondo; l’”Argent” francese è il termine più noto anche alle nostre orecchie.

Eppure ad oggi, nonostante le innumerevoli possibilità che ha avuto e che gli sono state concesse, questo luccicante e affascinante metallo bianco non è riuscito a raggiungere lo Status che meriterebbe tra gli investitori europei. 

Il motivo è semplice: al contrario dell’oro da investimento, all’acquisto di “Argento puro” non è applicabile l’esenzione dell’imposta meno amata dai consumatori: quella del “valore aggiunto”, nota come IVA e anche come VAT, nelle negoziazioni internazionali.

Imposta, questa, che gli acquirenti di argento puro si devono accollare in fase di acquisto ma che non potrebbero mai applicare in caso di rivendita. L’effettivo valore dell’argento fisico acquistato risulterebbe quindi per l'acquirente il giorno stesso dell’acquisizione in “perdita” del 22% (ndr: riferito alla aliquota IVA applicata in Italia).

L’Argento fisico, in virtù di questa penalizzazione non riesce quindi a “sfondare” il muro che lo separa dai portafogli  degli investitori.

E dire che questo sia un peccato non è lontano dalla realtà. Ecco i motivi principali:

L’argento ha vissuto momenti storici nelle sue quotazioni in cui il rapporto con l’Oro era veramente molto vicino: 1 a 16 contro l’1 a 70 degli ultimi anni.  

Anche  recentemente il  noto abbassamento dei prezzi che i metalli preziosi hanno subito nei primi mesi del 2013 (con ribassi eclatanti che ad oggi, settembre 2016,  si sono assestati intorno al -20% per l’Oro e al -45/50% per l’Argento) ha penalizzato in maniera clamorosa il metallo bianco più del metallo giallo.

Gli osservatori, numeri alla mano, fanno quindi notare che l’investimento in argento può nascondere degli accrescimenti di valore più poderosi di quanto possa accadere all’oro. In altre parole, il prezzo attuale dell’argento è, sempre secondo gli osservatori, sottostimato.

Ma pochi, veramente molto pochi, sono gli investitori che hanno il coraggio di scommettere in questa direzione.

Come dargli torto. ll dato di fatto inconfutabile è che un privato, che voglia acquisire l’argento fisico, non potrà realizare un utile se non quando il prezzo di borsa abbia superato di almeno il 22% la quotazione dell'argento di borsa nel giorno in cui è stato acquistato.

OREGOLD®, per questi motivi, ha scelto di non vendere argento almeno sino a quando non cambieranno le condizioni di base sinora applicate. Acquistiamo invece qualunque quantitativo e forma d'argento destinato alla fusione per il successivo recupero del metallo allo stato puro da destinare alle produzioni di gioielleria e alle centinaia di applicazioni tecnologiche e industriali.

 

Articolo redazionale del 12 settembre 2016.

 

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